Al Comune di Sorrento prendono forma umana le ombre paventate da Michelangelo Scannapieco sul “blocco” di attività di uffici sensibili soprattutto nell’attività di “censura” , demolizione o acquisizione al patrimonio comunale di opere abusive.
Le “visite” frequenti di politici “pregiudicati” o di aspiranti giornalisti con problemi edilizi, “intervistatori” in attesa di “grazia”,(nomen omen), di dirigenti comunali, , senza preventive autorizzazioni e, quindi, con il tacito assenso del Segretario comunale, (non risultano censure scritte all’operato del dipendente), ed i “ritardati” provvedimenti di demolizione messi in essere dai responsabili del “servizio”, richiedono l’intervento immediato di organi superiori.
L’articolo terzo della Costituzione che recita ” i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” non trova in questo momento applicazione al Comune di Sorrento verso il cittadino Michelangelo Scannapieco che colpito da provvedimenti di demolizione di parte della sua abitazione “abusiva”, non vede dagli uffici comunali,malgrado segnalazioni specifiche, uguale trattamento, per analoghe situazioni, che vedono coinvolti soprattutto passati, ed attuali politici e propri parenti.
Dopo la libera informazione c’è al comune di Sorrento chi blocca anche l’attività amministrativa in barba a leggi e regolamenti?
E’ forse questo il significato della famosa affermazione del Sindaco -padrone “L’anti politica non prevarrà?”.